ANATOMIA COMPARATA E PRINCIPI DI ALIMENTAZIONE
Gli esseri viventi si possono suddividere in carnivori o mangiatori di carne, erbivori o mangiatori di erba, frugivori e granivori, che mangiano frutta, verdure, tuberi, semi e onnivori, che possono mangiare di tutto (orsi, suini, cani, corvi, ratti, scoiattoli ecc).
I carnivori, come il leone, possiedono anatomia, mentalità e strumenti per ammazzare (denti uncinati, unghie e artigli), enzimi digestivi e succhi gastrici ricchissimi di acido cloridrico atti alla digestione della carne e delle ossa, nonché un tratto digestivo lungo solo tre volte la lunghezza totale del tronco per poter eliminare molto rapidamente i prodotti di scarto del metabolismo senza causare quei danni irreparabili interni che una sosta prolungata della carne ingerita, facilmente putrescibile, potrebbe causare. Ha un fegato enorme rispetto al volume del proprio corpo, mangia il suo cibo crudo e il suo ano rimane pulito dopo l’evacuazione. I carnivori non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con il respiro accelerato e l’estrusione della lingua. Poi c’è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori poiché se nutrito di sola carne, muore.
Segue la classe degli erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori atta ad addentare frutti e priva di canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante, secernono una quantità minima di acido cloridrico nonsufficiente per digerire la carne, hanno un fegato piccolo in proporzione al corpo.
Lo scimpanzé appartiene alla classe dei frugivori: ha incisivi e piccoli canini per mordere e molari per triturare, mascelle mobili ed indipendenti che sgretolano pazientemente i cibi vegetali riducendoli in poltiglia, un sistema mascellare che non opera in senso verticale e contemporaneo, una masticazione non a morsa di precisione, ma operante in senso verticale-orizzontale - per cui la morfologia dentale va valutata in senso operativo e non in senso statico – un tratto digestivo lungo dodici volte la lunghezza del proprio tronco, un fegato di media grandezza in proporzione al proprio corpo e come per gli altri, la digestione del cibo ideale avviene in maniera tale da preservare la pulizia durante la fase dell’espulsione.
A quale di queste categorie appartiene l’uomo?
Struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12volte la lunghezza del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste capacità, la carne no. L’intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini: ammoniaca e basi diverse. E’dotato di pori sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la temperatura corporea e succhia i liquidi attraverso i denti, a differenza dei carnivori che li lambiscono, come ad es. il gatto.
Per la scienza e per i grandi naturalisti, l’uomo, sulle basi della propria struttura, è un mangiatore di frutta, di semi e della parte succosa dei vegetali e delle radici: per le sue caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai frugivori (come le scimmie) lo prova l’anatomia comparata. L’uomo ha una mano pensile come le scimmie, atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti e se si considera la placenta, quella umana è discoidale, come quella delle scimmie antropoidi: esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità.
Ogni qualvolta una specie viene indotta a nutrirsi con cibi non consoni alla propria struttura costituzionale, si crea la malattia, che prima o poi determinerà la morte.
Duemila anni di alimentazione umana onnivora non hanno modificato minimamente l’anatomia umana ma hanno ridotto l’aspettativa di vita ( da 200 anni a 80)
RIPRISTINO DELLA FISIOLOGIA
La corretta alimentazione umana si basa sull’apporto di frutta e verdura cruda, semi, tuberi, germogli, opportunamente combinati. E’ necessario eliminare gradualmente ma definitivamente dalla propria dieta gli alimenti e le sostanze dannose, magari mantenere una piccola quota di alimenti cotti e caldi per i momenti di necessità.
Alimenti dannosi: carne, pesce, latte e derivati, uova, farine raffinate sotto forma di prodotti da forno, pasta raffinata, zucchero raffinato, dolci, sostanze nervine quali the, caffè, alcool, tabacco.
Fermo restando il fatto che l’assunzione di tutti gli alimenti dannosi sopra elencati e il loro processo di cottura determinano da parte del tubo digerente la produzione, per propria difesa, di quantità enormi di muco, che nel tempo creano sulle pareti dello stomaco e del colon uno strato acido e appiccicoso che non permette più l’assorbimento dei principi nutritivi, è l’assunzione di farinacei cotti, soprattutto se raffinati, che creano la maggior quantità di muco: per questo motivo i vegani sono, paradossalmente, svantaggiati, in quanto il loro consumo di questi prodotti è spesso notevole in proporzione all’apporto di vegetali crudi e freschi che rimane molto basso.
Quindi, per ripristinare la fisiologia, è necessario innanzitutto impostare uno schema alimentare che preveda, come regola generale, che almeno l’80% degli alimenti che ingeriamo siano rappresentati da frutta e verdura crude, germogli, semi oleosi, frutta secca non tostata, di cui la frutta fresca verrà consumata diverse volte nell’arco della giornata, lontano dai pasti o mezz’ora prima dei pasti e la verdura cruda in insalata precederà ogni pasto ( mai alla fine!)
Con questo schema alimentare, tendenzialmente non si avrà sete! Ma è possibile che i primi mesi, durante il processo di purificazione del corpo, la sete si faccia sentire per effetto di tutto il muco che si stacca dalle pareti del tubo digerente, che in parte viene eliminato quando ci si scarica e in parte, attraverso il circolo ematico, porta in giro tossine e sale, di cui questo muco è ricco. Bere mezz’ora prima dei pasti e bere solo lontano dai pasti, in quanto gli enzimi digestivi vengono diluiti quando si beve mangiando ( questa cattiva abitudine si rimuove facilmente e senza fatica)
E’ importante tenere presente che il passaggio a questo regime alimentare deve avvenire gradualmente e deve necessariamente tenere conto dello stato di salute della persona, della sua vitalità e del suo stile di vita: infatti il processo di pulizia e purificazione che il corpo mette in atto attraverso l’eliminazione dei veleni e delle tossine accumulate nel corso degli anni potrebbe essere molto violento e causare “crisi di guarigione” che un fisico poco reattivo potrebbe non essere in grado di sostenere.